La Juventus del Dottore: La dinastia bianconera da Umberto ad Andrea Agnelli (Italian Edition) by Nicola Negro

La Juventus del Dottore: La dinastia bianconera da Umberto ad Andrea Agnelli (Italian Edition) by Nicola Negro

autore:Nicola Negro [Negro, Nicola]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bradipolibri Editore
pubblicato: 2015-06-09T22:00:00+00:00


13 - La dolce vita bianconera

L’estate del 1960 passa alla storia per la proclamazione d’indipendenza di 17 colonie africane e per la più forte scossa di terremoto del XX secolo. Un sisma che sconvolge il Cile e attraversa l’Oceano Pacifico fino a toccare il Giappone.

In Italia è un anno di svolta perché i lavoratori dell’industria superano per numero quelli dell’agricoltura. Nello sport la medaglia d’oro del torinese Livio Berruti nei 200 metri di atletica leggera, almeno per gli italiani, rimarrà la copertina delle Olimpiadi romane.

Come ai tempi degli imperatori Roma è di nuovo caput mundi, sia nel cinema, con La dolce vita di Federico Fellini vincitore al Festival di Cannes, sia nello sport, con le Olimpiadi che si disputano, appunto, nella capitale. Quanto al calcio italiano, la capitale è Torino.

È la Juventus dei record a dettare legge. La squadra che ha trionfato nella passata stagione viene confermata in blocco e integrata con l’innesto di due giovani: il centrocampista Bruno Mazzia, che in tutto il campionato metterà insieme 4 presenze, e Guglielmo Burelli, terzino proveniente dal Lanerossi Vicenza, che collezionerà lui pure 4 partite nei suoi pochi mesi in bianconero; c'è anche un altro terzino, Tarcisio Burgnich, che indosserà la maglia della Juventus solo 13 volte per poi affermarsi all’Inter, dove conquisterà anche la Nazionale.

Proprio dall’Inter arriva la più grande novità dell’estate. Il patron Angelo Moratti è decisissimo a dare una svolta alla propria presidenza che dura, senza vittorie, dal 1955. Dal Barcellona arriva un nuovo allenatore, Helenio Herrera, detto “il Mago”, che la stagione precedente aveva stregato Moratti umiliando l’Inter con un pesante 4-0. Herrera arriva in Italia fresco vincitore della sua quarta Liga spagnola e con un in bacheca anche due Coppe delle Fiere (1958 e 1960), trofeo antesignano della Coppa UEFA, poi ribattezzata Europa League.

La Juventus tira dritta per la sua strada, quasi per inerzia rispetto al campionato concluso con la vittoria dell’undicesimo scudetto. Il 18 settembre si gioca la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina a San Siro, che straripa di 75.000 spettatori con 68.900 paganti, per un incasso di 63 milioni di lire. C’è una pioggerellina leggera leggera che fa da sfondo a una partita epica, che finirà ai tempi supplementari. Le cronache raccontano di un’ottima partenza dei viola, freddati però dall’improvviso vantaggio bianconero, che arriva dopo nemmeno dieci minuti grazie a John Charles su assist di Giampiero Boniperti. La reazione della Fiorentina è veemente e la difesa juventina è messa a dura prova, con il solo Sergio Cervato che sembra all’altezza della situazione. La partita si fa spigolosa: manca un minuto all'intervallo quando Gino Stacchini perde palla, Enzo Robotti la passa a Luigi Milan e questi a Montuori, che insacca da pochi passi. Si va quindi al riposo sul pareggio.

La ripresa inizia con la Juventus all’attacco e Cervato che sfiora il gol con una staffilata da fuori area, poi c’è spazio per continui rovesciamenti di fronte fino al 13’, quando Charles viene atterrato, difficile dire se dentro o appena fuori l’area. L’arbitro Raoul Righi, modenese della sezione di Milano, indica il dischetto del rigore.



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